Il progetto di legge 827/2020 è stato approvato dal Senato con un emendamento che esclude la popolazione rurale dai benefici della misura.
25 giugno 2021Lays Furtado*
Mercoledì 23 giugno, il progetto di legge 827/2020 è stato votato e approvato (38 voti favorevoli, 36 contrari)dal Senato. Il PL che sospende gli sfratti fino alla fine del 2021 a causa della pandemia di Covid-19, tornerà alla Camera dei Deputati e delle Deputate per la seconda approvazione dopo le modifiche che alterna la proposta iniziale. Tra queste il ritiro del provvedimento di sospensione temporanea degli sfratti sulle proprietà rurali.
Con un emendamento, è stata infatti esclusa la sospensione degli sfratti nelle proprietà rurali mentre è stata mantenuto il blocco temporaneo di quelli in zone urbane. L’emendamento è stato presentato dal senatore Luis Carlos Heinze, del Partido Progressista (PP/RS) e appoggiata dalla bancada ruralista.
La votazione ha acceso un dibattito accalorato durante la seduta in vista del voto sul PL 827. Stante la divisione e le opinioni contrapposte, la maggior parte dei lidera dei raggruppamenti e dei partiti hanno giustificato la libertà di voto.
La modifica del testo è stata approvata con 43 voti favorevoli e 27 contrari. L’autore dell’emendamento ha affermato che gli effetti della pandemia, e in particolare la diminuzione del reddito, si concentrano in ambito urbano e non in quello rurale, dove le attività produttive hanno potuto continuare ad operare per soddisfare la domanda ed evitare carenze negli approvviggionamenti.
Nonostante gli argomenti difesi dalla proposta di emendamento fatta dalla bancada ruralista, per mantenere gli sgomberi nelle occupazioni di terra, è proprio nelle zone rurali che, a causa dell’assenza di aiuti ai piccoli produttori e dello smantellamento delle politiche per i lavoratori rurali, la mancanza di sussidi e reddito, la fame e l’insicurezza alimentare sono più gravi.
Il PL 827/2020 prevede la sospensione dei provvedimenti giudiziali, stragiudiziali e amministrativi di sfratto e l’allontanamento forzato per affitti residenziali fino a 600 R$ mensili e non residenziali fino a 1,2 mila R$, quando il locatario dimostri l’incapacità di soddisfare il pagamento a causa della pandemia. In origine era prevista anche la sospensione degli sgomberi delle proprietà rurali.
La misura si applica nei casi di occupazioni esistenti prima della scadenza del 20 marzo 2020; quando nel Paese è stato decretato lo stato di calamità sanitaria a causa della pandemia di Covid-19. Se verrà approvato, il provvedimento sarà valido fino al 31 dicembre 2021 ma interromperà solamente gli sfratti dalle occupazioni in ambito urbano già esistenti prima dell’inizio della pandemia.
Il relatore Jean Paul Prates (PT/RN) ha affermato che già prima che fosse decretata la crisi sanitaria innescata dal Covid-19, esisteva un grave deficit abitativo, con quasi 8 milioni di famiglie senza una casa o senza un alloggio adeguato; di cui il 93% aveva guadagni fino a 3 salari minimi, secondo i dati della National Household Sample Survey (PNAD 2015). E che l’impatto della pandemia sull’attività economica (con l’aumento della disoccupazione, soprattutto tra le famiglie più povere) ha contribuito ad aggravare ulteriormente il problema abitativo in Brasile. Secondo i dati della Campanha Despejo Zero (Campagna Nazionale Sfratti Zero), durante la pandemia sono state sfrattate oltre 14mila famiglie e in tutto il Paese sono più di 84 mila quelle minacciate di esproprio.
Blocco degli sfratti e sussidi per l’occupazione dei lavoratori sono necessari nelle campagne come nelle città
È nelle campagne che si produce il cibo, ma la mancanza di accesso alla terra e ai sussidi per le famiglie contadine si riflette negli indici di insicurezza alimentare presenti nell’“Indagine nazionale sull’insicurezza alimentare nel contesto della pandemia di Covid-19 in Brasile”; indagine che rivela come che la fame colpisca il 12% delle famiglie rurali e l’8,5% delle famiglie che vivono nelle aree urbane. Un’altra indagine condotta dall’Università Federale di Minas Gerais in collaborazione con l’Università di Brasilia e la Libera Università di Berlino, avverte che questo tasso potrebbe essere ancora più grave, con il 27% delle famiglie rurali che soffrono la fame.
Anche in un anno di raccolti da record, come il 2020, il settore rurale dell’agroalimentare ha visto una riduzione degli impiegati: ben 949 mila lavoratori del settore sono rimasti senza occupazione, secondo il Centro de Estudos Avançados em Economia Aplicada (Cepea), da Esalq/USP. Nel primo trimestre del 2021 la diminuzione della popolazione occupata (OP) nell’agroalimentare è stata del 3,1% (pari a 551 mila persone) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Tra il primo trimestre del 2021 e quello del 2020 si osserva una riduzione del 9% circa sia nel segmento agroalimentare che in quello dei servizi agricoli. Secondo i ricercatori di Cepea, la diminuzione della popolazione occupata nell’agroalimentare nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2020, in parte, è ancora un riflesso dell’intensa riduzione dei posti di lavoro osservata tra aprile e giugno 2020, soprattutto a causa della pandemia di covid-19 e delle sue conseguenze.
L’indagine ha anche rivelato che i gruppi più colpiti dalla diminuzione dell’occupazione sono stati quelli economicamente e socialmente più vulnerabili, come i lavoratori irregolari (-13,4% o meno 427 mila persone), le persone con un’istruzione meno qualificata (-15,6% o meno 137mila persone), e le donne (-6% o meno 343mila).
L’aumento della disoccupazione ha elevato portato a 14 milioni il numero delle persone senza lavoro e la mancanza di opzioni di reddito ha portato oltre 60 milioni di persone alla povertà e quasi 20 milioni a vivere in condizioni di miseria. Uno studio realizzato dal Centro de Pesquisa em Macroeconomia das Desigualdades da Universidade de São Paulo (Made-USP), presentato quest’anno, mostra alcuni dati importanti per comprendere, regione per regione, quanto l’emergenza sanitaria abbia peggiorato le disuguaglianze di genere, culturali e sociali.
Elaborazione di PL 827 e ingiunzione preliminare in STF
Il Progetto di legge 827/2020, che propone la sospensione degli sfratti durante la pandemia, ha visto la luce nella Camera dei deputati all’inizio della pandemia, per iniziativa di un gruppo di parlamentari guidati dalla deputata Natália Bonavides, del Partito dei Lavoratori (PT).
“Ma dopo essere stato depositato, questo disegno di legge è stato a lungo ignorato alla Camera”, afferma Kelli Mafort, della Direzione Nazionale del MST. D’altra parte, in questo periodo, si è votata presso il Supremo Tribunale Federale (STF) una richiesta di eccezionalità in merito al provvedimento di sospensione temporanea degli sfratti. La richiesta di eccezionalità, strumento della Denuncia di Inosservanza del Precetto Fondamentale (ADPF 828), è stata depositata dal Partito Socialismo e Libertà (PSOL) e accolta dal ministro del STF Luís Roberto Barroso al fine di “evitare che gli allontanamenti e gli sgomberi collettivi violino i diritti all’alloggio, alla vita e alla salute delle popolazioni coinvolte”, dichiarò allora Barroso.
Il provvedimento è valido per un periodo di sei mesi, contando dalla decisione, presa il 6 giugno, “ed è possibile valutarne la proroga se la situazione di crisi sanitaria persiste”, ha evidenziato il ministro del Supremo Tribunale Federale. In qualità di “amicus curiae” del processo, le parti interessate che hanno potenziali impatti sulle decisioni giudiziarie, si è dichiarato, oltre al PSOL, un gruppo di 40 organizzazioni e movimenti popolari che rivendicano il diritto alla casa e compongono la Campanha Despejo Zero e che difendono l’urgenza dell’approvazione del PL.Nonostante il provvedimento del STF abbia un effetto positivo come linea guida legale che orienta la sospensione temporanea degli sfratti, “questa decisione – afferma Kelli Mafort – ha suscitato nel governo e nella base di governo nel Congresso Nazionale reazioni e dichiarazioni di attacco alla sospensione degli sfratti”.
Il Latifondo al di sopra della vita anche nella pandemia
In questo scenario, lo stesso presidente Bolsonaro ha guidato la sua base di governo a votare contro il PL, osservando che il suo contenuto danneggia il diritto alla proprietà privata in Brasile. “Questo clima di politicizzazione intorno alla difesa della proprietà privata al di sopra della vita ha condizionato il voto sul PL, che era già stato approvato alla Camera ed era ora all’esame del Senato”, dice Kelli.
Per le organizzazioni che difendono il PL, era evidente, nel voto del 23 giugno, la manovra della bancada ruralista rappresentata dall’emendamento del senatore Heinze del PP che proponeva di cancellare dal testo originale la garanzia del diritto alla sospensione temporanea degli sfratti nelle campagne. “In Senato il tema rurale ha finito per rivelare tutto il suo carattere ideologico, il discorso della stessa senatrice Kátia Abreu [portavoce del gruppo ruralista in Senato, ndt] lo rende evidente”, ha analizzato Kelli Mafort.
Durante l’audizione, la senatrice Kátia Abreu, del Partito Progressista (PP/TO), si è detta favorevole alla sospensione degli sfratti per chi paga l’affitto, concedendo una forma di solidarietà con le famiglie impoverite durante la pandemia che vivono nelle città, ma non con quelle delle zone rurali. “Così, finalmente, gli interessi dell’agrobusiness, dei proprietari terrieri e delle imprese minerarie hanno parlato più forte nel voto al Senato”, dichiara Kelli.
Benedito R. Barbosa, coordinatore della Central de Movimentos Populares della Capitale, dell’articolazione nazionale della Campanha Despejo Zero, è d’accordo con Kelli. Ha definito la manovra un duro colpo. Benedito, noto anche come Dito, è anche avvocato presso il Centro Gaspar Garcia per i diritti umani e presso l’União dos Movimentos Moradia de São Paulo (UMM-SP) (Unione dei movimenti abitativi di San Paolo).
Secondo lui, per chi ha seguito l’acceso dibattito tra i senatori della Camera, era evidente l’ideologizzazione del progetto di legge e il peso del partito del latifondo in Senato. “Chi comanda in Senato sono i proprietari terrieri, i latifondisti e tutto ciò ha pesato molto nel dibattito tra i senatori”. Barbosa ha precisato che il progetto di legge non ha come oggetto la rimozione del diritto di proprietà, ma i Diritti Umani e una moratoria temporanea in questo difficilissimo periodo di pandemia.
“Hanno ideologizzato il progetto di legge in relazione a questo tema del conflitto per la terra, tra questione dei diritti di proprietà e questione della sospensione dello sfratto in questo periodo. Mentre si tratta di diritti umani e questioni umanitarie”, sottolinea Benedito. E aggiunge che, dopo il voto, le organizzazioni che compongono la mobilitazione della campagna Sfratti Zero si sono incontrate per valutare e ridefinire le proprie articolazioni, per prendere posizione contro questi nuovi emendamenti che modificano il PL.
Le rappresentanze delle organizzazioni che compongono la Campagna sottolineano che gli emendamenti imposti al Senato non solo escludono la popolazione rurale dal beneficio dell’eventuale sanzione della Legge, ma mantengono anche l’interesse a ritardarne l’approvazione, affinché abbia meno possibilità di incidere e di rispondere alle esigenze che lo rendono urgente, nel mezzo della crisi sanitaria ed economica in cui vive il Paese, che ha già visto morire oltre mezzo milione di persone, proprio per il Covid-19.
Foto di apertura di Sérgio Maranhão/Acervo MST-PE: Manifestazione per la sospensione degli sfratti davanti all’Assembleia Legislativa do Esado de Pernambuco, giugno 2021.
*Dalla pagina del MST: leggi l’originaleEditado por Solange EngelmannTraduzione a cura di Amig@s MST-Italia